Vitis vinifera, la vite, tutto in un seme di uva

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Vitis vinifera, la dolcezza di un acino d’uva

Osservando vigneti di vitis vinifera, (la vite comune), rifletto sull’uomo e sulle piante e penso che dovremmo impegnarci a convivere armoniosamente, nel massimo rispetto l’uno dell’altro, proprio per ciò che la natura ci offre da sempre.
Assaporando tutta la dolcezza di un seme d’uva convengo sul fatto che questa pianta fa parte della storia dell’uomo da millenni.

La pianta della vite comune o vitis vinifera

La pianta della vitis vinifera o vite comune appartiene alla famiglia delle vitaceae e  si presenta come pianta legnosa con portamento rampicante, foglie palmate, frastagliate suddivise in tre o cinque lobi che possono ricordare quelle dell’acero, mentre i frutti sono bacche raccolti in grappolo.
Le specie inselvatichite della sottospecie vinifera che io trovai nella mia passeggiata si presentarono a me con un fusto mediamente sviluppato con rami procombenti, striscianti sull’erba, perchè privi di sostengo per arrampicarsi. Gli acini di quell’uva erano di una dolcezza unica perchè alcuni erano come uva passa seccata dal sole.
Quest’uva selvatica la trovai in terra di Calabria, in cui in passato ci fu una grande influenza ellenica.

vitis vinifera inselvatichita

Ma da chi fu introdotta in Europa ed in Italia la vite?

Furono i greci che introdussero la vitivincultra in Europa già in epoca minoica.
I coloni greci introdussero la vite ed il culto del vino nell’Italia meridionale.

Il vino, la bevanda dei greci

Il vino per i greci era la bevanda per eccellenza. Da millenni gli uomini impararono a  produrlo, facendo culto alla “vitis vinifera”, da cui si estrae la gioia del bere insieme e la festa del vino.

la vendemmia

I vini greci, la retsina e l’Assyrtiko di Santorini

Gli antichi vini greci pare che fossero anche molto dolci, infatti, certi vini, venivano prodotti da uva appassita al sole, ma l’enologia greca fu molto varia, sia per il tipo di uva usata, sia per il suo grado di maturazione.
Nella letteratura dell’epoca pare inoltre che alcuni vini greci avessero il sentore di fiori come la rosa e la violetta.
I greci introdussero anche le resine per conservare i vini, da qui proviene proprio il famoso vino Retsina.

vino greco retsina

Nell’isola greca di Santorini  esiste un vitigno autoctono dell’isola. Questo vitigno si chiama Assyrtiko ed è resistente alle malattie ed all’aridità del territorio. Il vitigno dà  il nome al vino secco dal gusto aromatico, affumicato e frizzantino. Per cui se desiderate trascorrere una giornata un po’ diversa recatevi all’antico villaggio di Pyrgos e sorseggiate un bel calice di vino in un luogo rilassante e panoramico.

Perchè l’uva fa bene? cosa c’è dentro un acino d’uva

Facciamo un passo indietro,  torniamo alla pianta di “vitis vinifera”  il cui nome deriva dalle parole “vitis” che significa tralcio di vite e “vinum” ossia vino e poi “fero” che in greco deriva dal verbo portare, quindi la “vitis vinifera” è la pianta il cui tralcio porta il vino.
Poi pensiamo ai frutti della “vitis vinifera”, che in realtà sono dolci bacche, che noi chiamiamo acini d’uva. Ebbene i famosi acini d’uva fanno bene perchè contengono zuccheri direttamente assimilabili  quali glucosio, mannosio e levulosio oltre a contenere sali minerali come magnesio, fosforo, potassio, manganese, ferro, calcio, iodio, silicio.

vite selvatica

Dentro un acino di uva

Oltre a questi sali ed acidi organici un acino d’uva è ricco di  tannini e resveratrolo contenuti nella buccia (in particolare dell’uva nera), e poi polifenoli e vitamine del gruppo A, B, C.
Per questo l’uva ha proprietà antiossidanti, antivirali ed anticancro, inoltre il fenolo, contenuto nell’uva, è in grado di contrastare il virus  dell’herpes simplex mediante applicazione di succo d’uva sulle labbra.
L’uva prodotta dalla “vitis vinifera” è un ottimo alimento disintossicante, ringiovanente e serve in caso di affaticamento, vene varicose, e per regolare l’intestino.

Vitis vinifera in omeopatia

In omeopatia la “vitis vinifera” viene usata in caso di problemi circolatori, mentre nella medicina indiana viene usata per il vomito.

Ma fanno bene anche i semi di uva?

I semi dell’uva che, di per se potrebbero sembrare fastidiosi al palato, sono degli ottimi antiossidanti naturali ed aiutano la pelle proteggendo anche il nostro corpo dai radicali liberi, poi  migliorano la circolazione, depurano il sangue, migliorano la vista perchè contengono anche vitamina E e betacarotene. 
Sembrerebbe anche, da alcune ricerche, che i semi d’uva siano utili per proteggere la pelle e l’intero organismo dall’inquinamento e dall’effetto del fumo passivo.

uva da taglio

Una terapia a base di uva

Esiste addirittura una cura con l’uva che si chiama ampeloterapia (dal greco “άμπελος” ossia vite), che prevede il consumo di uva matura da vino, non trattata, come alimento giornaliero.

Le foglie di vite nella cucina greca, ma anche l’uva sultanina

Le tenere foglie di vite invece sono commestibili e nella cucina greca si preparano degli ottimi involtini (dolmades) ripieni di riso.
L’ uva passa o uva sultanina, quella essiccata naturalmente dal sole, anche se più zuccherina, è una delizia per il palato e cura mal di gola, laringite, bronchite.

un vigneto

Ma dove si può trovare un vino greco DOC prodotto in Italia? (Ecco il greco di Bianco DOC)

In Calabria, nel territorio di Bianco e Casignana, si produce un vino DOC chiamato Greco di Bianco la cui pianta di vite ha origini greche risalenti allo sbarco dei primi coloni greci a Capo Zefiro.

Le uve bianche utilizzate per realizzare questo vino hanno la caratteristica che prima di essere spremute vengono fatte appassire al sole su graticci di canne.

la vendemmia

Bibliografia:
– Nuovo erbario figurato, G. Negri, Hoepli edizioni, 2014
– Le erbe medicinali, Tina Cecchini, edizioni De Vecchi, 2008

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