Alchechengi, bacche commestibili del bosco

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Alchechengi, bacche commestibili del bosco

L’alchechengi è una pianta commestibile solo per i frutti, delle bacche rosse arancioni lisce e lucenti avvolte da una membrana papiracea arancione dalla forma che ricorda le lampade giapponesi. Mi piace osservarlo ai margini dei boschi e raccolgo solo alcune delle sue bacche ripiene di semi e liquido succoso perché le altre le lascio per la sopravvivenza della pianta. 

Descrizione

L’alchechengi il cui nome botanico è physalis alkekengi appartiene alla famiglia delle solanacee. E’ una pianta perenne che appartiene ad un genere di ottanta specie. La pianta ha caule eretto e cilindrico e può raggiungere un’altezza di circa settanta cm. I fiori sono bianco giallognolo verdini, hanno cinque petali e nascono solitari all’ascella delle foglie dei rami mediani.

Dopo la fecondazione i fiori danno luogo ai frutti che sembrano delle lanterne arancioni di carta giapponesi con la punta rivolta verso il baso e con all’interno una bacca tonda e liscia, sempre arancione scuro – rosso ripiena di liquido e semi reniformi.

La fioritura della pianta avviene da maggio ad agosto. Le foglie provviste di lungo picciolo sono alternate, ovali e di un bel verde. Hanno apice appuntito e bordi dentati. La pianta è pubescente nelle parti verdi e nel fiore. La radice sottile è strisciante e ramificata.

Habitat

Cresce al margine dei boschi e nei boschi generalmente dell’Italia Settentrionale. Ama i luoghi umidi e freschi ricchi di sostanze nutritive.

alchechengi

Proprietà e componenti

Le bacche fresche dell’alchechengi sono diuretiche, ri mineralizzanti, anti reumatiche, antiinfiammatorie, mentre tutto il resto della pianta è velenoso per la presenza di alcaloidi. Alchechengi contiene tannini, vitamina C, acido citrico, zuccheri ed un alcaloide. In erboristeria pare che venisse usato per i calcoli renali e vescicali.
La vitamina C presente nell’alchechengi è il doppio di quella del limone.
L’infuso dei bacche serve per i dolori reumatici.

Usi Culinari ed altri

Gli alchechengi si raccolgono, generalmente a settembre, a maturità. Dipende dalla zona, quindi può essere da fine agosto e fino in autunno, quando l’involucro che contiene la bacca lascia intravedere il frutto tondo, bello rosso aranciato e ricordate che l’unica parte commestibile della pianta è solo la bacca tonda, senza esagerare. Io quando li ricopro di cioccolato, non ne faccio più di dieci. Sono veramente una coccola con il loro retro gusto acidulo tra il lampone e gli agrumi e contengono molta vitamina C. Mi raccomando lavateli bene prima dell’uso( sia la bacca e sia l’involucro da sbucciare e tirare indietro o meglio da eliminare per non rischiare di mangiarlo). Non vi preoccupate se l’involucro avrà un aspetto secco saranno pronti da raccogliere.

Quindi si usano solo le bacche rosse-arancioni lisce e tonde. Nei testi è indicato che non bisogna superare la dose di 20 o 30 al giorno. Il loro gusto è lievemente acidulo e sono ottime ricoperte da cioccolato fondente, sciroppate o in marmellata. Le bacche possono essere lievemente seccate per essere messe in salamoia o sotto aceto, per impreziosire antipasti salati.


L’alchechengi è considerata una pianta ornamentale da giardino roccioso e per le composizioni floreali. Le varietà coltivate però hanno meno proprietà rispetto ai frutti selvatici, pur essendo più grosso il frutto. 

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Bibliografia

Erbe consentite erbe proibite, Ida Salusso, Verde libri srl, 2014
riconoscimento e uso delle piante selvatiche, Roberto Chiej Gammacchio, Edizioni Demetra 1995
Erbe spontanee commestibili, Riccardo Luciano, Carlo Gatti, Araba fenice edizioni, 2008
Enciclopedia delle erbe, Edizioni del Baldo, 2012

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