Sonchus oleraceus, Grespino comune, un fiore che ricorda il tarassaco

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Sonchus oleraceus, Grespino comune, un fiore che ricorda il tarassaco

Il sonchus oleraceus o grespino comune è una spontanea molto facile da vedere, diffusa e presente in tutta Italia. Il grespino comune o sonchus asper può essere confuso da persone poco esperte con il tarassaco con cui condivide la famiglia, quella delle asteracee, proprio per  il capolino floreale giallo ligulato,  molto più piccolo e presente in più di una unità su steli cavi.

fiori grespino comune

Descrizione

Il sonchus oleraceus o grespino comune è una pianta erbacea annuale o biennale della famiglia delle asteracee. Può raggiungere anche il metro di altezza. Possiede una robusta radice fittonante. I fusti eretti, ramosi dal basso, glabri, spesso striati di rosso violaceo sono cavi internamente con una secrezione impercettibile di lattice.
Le foglie molli, non spinose, opache, si distinguono in basali picciolate, riunite dapprima in rosetta di forma molto variabile da lanceolate a divise in lobi profondi che spingono quasi fino alla nervatura centrale e che diminuiscono di grandezza all’apice verso la base, a triangolari con lamina a contorno più o meno spatolato grossolanamente, lobate o incise, mentre quelle del caule, più piccole, sono sessili, con orecchiette talvolta acute alla sommità e spesso con nervatura rossastra.

sonchus oleraceus pianta giovane

I fiori gialli ligulati di un giallo intenso al centro, presentano spesso ligule più chiare esternamente, che si dischiudono di primo mattino e con l’intensificarsi del sole si richiudono dopo poche ore per il caldo. Rispetto al tarassaco della stessa famiglia il numero di fiori per capo è maggiore di uno per stelo.


I frutti sono acheni con 4-5 coste longitudinali più o meno marcate e sottili rughe trasversali, lungamente assottigliati all’apice, con pappi sessili.
Il gruppo del S. oleraceus sono piante sempre cresciute a contatto con l’uomo, caratterizzate da una grande variabilità, infatti la distinzione solo sull’aspetto fogliare è impossibile, ma si distinguono per la forma degli acheni.

grespino comune

Si individuano specie di rilievo appartenenti alla stessa famiglia, il sonchus tenerrimus, sfrangiato e il sonchus arvensis, dei prati, entrambe commestibili. Il sonchus asper (grespino spinoso – vedi mio articolo ) ha la caratteristica di foglie coriacee, rigide e spinose anche quando è giovane e tenero ed è considerato una prelibatezza.

sonchus oleraceus

Habitat e diffusione

 Pianta comune in tutto il territorio, che si trova in alcune regioni anche tutto l’anno, ad esclusione dei mesi più freddi. Cresce in prossimità di uliveti, orti, terreni ruderali, nelle vigne, lungo i cigli delle strade, tra le fessure dei marciapiedi o accanto a vecchi muri. Pianta che vive su diversi tipi di suoli, ma soprattutto in quelli disturbati. (Da 0 a 1700 m).

Etimologia ed altri nomi

Il nome del genere Sonchus deriva dal greco molle per la caratteristica del fusto fistoloso e debole, mentre il nome delle specie oleraceus di origine latina si riferisce alla pianta che è simile ad una verdura coltivata. Il nome inglese è Common sowthistle.

Uso in cucina

Ottima pianta commestibile, antiossidante, ricca di vitamine (A, B1, B2, B3, B6 e C) e sali minerali (calcio, magnesio, ferro, fosforo, sodio, potassio e zinco), il grespino comune si usa come la cicoria selvatica. Molto appetitosa allo stato giovanile per il gusto più delicato, le foglie crude si mettono nelle insalate oppure si usano lesse con i gambi miste ad altre erbe di campo, o passate in padella, nelle torte salate e nelle zuppe. I gambi si possono anche cucinare come gli asparagi o il rabarbaro. La radice si usava tostata come surrogato del caffè. Raccogliere in luoghi incontaminati, lontani dal traffico in quanto, come il tarassaco, anche il sonchus accumula metalli pesanti.

Proprietà

Questa pianta veniva impiegata in erboristeria per le sue proprietà rinfrescanti, depurative, diuretiche, lassative, antinfiammatorie, epatodetossicanti e soprattutto per la sua azione stimolante la bile, ma oggi quasi dimenticata.

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Bibliografia

Etnobotanica in Calabria, Lupia Antonella, Carmine, Raffaele, edizioni Rubbettino, 2017

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