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Allevare galline,  la mia esperienza

Oggi penso a loro, penso al giorno in cui sono entrate a fare parte della mia vita. Mi riaffiora alla mente il giorno in cui ho deciso di prendermene cura. Le acquistai  in un allevamento all’aperto che me le fornì in età da uovo, ossia 5 mesi. Quando mi venne l’idea di allevarle lo feci pensando di regalare loro una vita diversa, una vita libera che consentisse loro di  tornare a sviluppare quegli istinti primordiali repressi dalla convivenza in un grande allevamento intensivo che considera gli animali solo da un punto di vista produttivo.
Per questo vi parlerò di come allevare galline sane per assaporare uova totalmente bio.

Il mio pollaio, il recinto ed i pollai Eglu

Così, prima di portarmele a casa, iniziai ad innalzare un bel recinto, lungo tutto il perimetro del mio prato-frutteto. Volevo vederle razzolare felici.
Premetto che all’interno del prato costruii anche un bel pollaio, sempre recintato, con rete molto fine (per prevenire gli attacchi di volpi e faine). Lo feci pensando anche ad una parte di zona coperta, per la deposizione della cesta delle uova.
In quella fase progettuale, non conoscevo ancora Omlet ed i suoi pollai Eglu che permettono l’allevamento degli avicoli anche a chi possiede un minuscolo giardino e pochissimo spazio, ma non era il mio caso.
Vi parlo di Omlet perchè questa ditta punta sul fatto che le galline possono essere allevate con soddisfazione, al pari degli altri animali domestici, in modo semplice ed amorevole.
Così realizzai il mio pollaio, in una zona protetta del prato, e lo posi a lato di un grande albero di modo che le mie pennute potessero beneficiare dell’ombra della sua chioma.

Lasciamole libere di scorrazzare

Per questo offrii loro tutti i confort ed il mio piccolo pollaio fu dotato di una porta che mi premunii di aprire sempre, tutte le mattine, affinché loro potessero esplorare l’ambiente, scovare i lombrichi, assaporare i frutti caduti dagli alberi e deliziarsi delle erbe spontanee offerte dalla terra. Questo fu salutare perché il movimento ne rafforzò la struttura ossea e la muscolatura, mentre l’aria pura ne immunizzò in parte il corpo dalle malattie che contribuii ad allontanare ulteriormente somministrando loro i granuli  a base di erbe officinali, (verm-x herbal pellets),  per mantenere sano il loro intestino.

Alimentazione sana

Il secondo proponimento che mi proposi, nella crescita delle mie pollastre, fu quello di nutrirle in modo sano ed adeguato. Così dopo averle saziate per un mese con granaglie e mais industriali mi decisi di riservare loro un’alimentazione diversificata ed integrai con avanzi di cibo casalingo e le granaglie ed il mais di Omlet, certa della professionalità dell’azienda anche in campo di mangimi no ogm.
 Scoprire il sito inglese www.omlet.it mi diede la possibilità di alimentare in modo diverso le mie galline, in modo biologico, anche durante tutto l’inverno.
Per aumentare la produzione di uova delle galline invece aggiunsi al loro pastone, (magari nella polenta lasciata raffreddare), delle miscele secche di parietaria ed ortica per garantire la salute agli animali e la qualità della produzione delle uova bio.

Una originale beauty farm, scopriamo anche la polvere di diatomee e l’aceto di mele

La mia esperienza sul campo mi fece comprendere sempre più  le loro diverse esigenze per cui realizzai, in una zona protetta del pollaio, un’originale beauty farm, ossia uno spazio dedicato ai bagni di terra. Questa beauty farm venne compiuta mischiando una parte della terra del pollaio con sabbia di fiume e cenere di legna bruciata (proveniente dalla mia stufa) e due cucchiai di polvere di diatomee, che acquistai sempre sul sito Omlet.
Le diatomee, per chi non le conoscesse sono alghe brune unicellulari contenute nella farina fossile di Santa Fiora (Toscana). Questa farina fossile di Santa fiora permise a Nobel di confezionare la dinamite, miscelandola con la nitro glicerina.
In quella speciale beauty farm le mie galline ci passarono ore intere, rotolandosi in quel mix di terre, in prevenzioni di acari e parassiti. Ma i trattamenti beauty non si limitarono solo a questo infatti, per rendere ancor più lucente il loro piumaggio, mi premunii di addizionare, una volta la settimana, un cucchiaio di aceto di mele, all’acqua che somministravo loro fresca, tutti i giorni. Alternavo questa procedura con spicchi di aglio freschi addizionati all’acqua, per prevenire loro i parassiti intestinali.

Come utilizzare gli escrementi delle galline in natura

Così Il mio pollaio divenne sempre più efficiente. Ogni giorno lo ripulivo dagli escrementi, delle mie tre pollastre. Li riutilizzavo per concimare le piante acidofile come certi frutti di bosco e loro mi ripagavano con momenti unici di affetto, al pari di un cane o di un gatto.

Come dimostra l’affetto una gallina

Ebbene l’affetto di un avicolo si concretizza in piccole beccatine di socializzazione che hanno il sentore di una carezza amorevole che si posa dolcemente sul corpo.
Con il tempo le mie pennute divennero sempre più spavalde e ruspanti.
Ora dormono all’aperto, su un’asta di legno, che fa loro da ramo.
Sono sfacciate ed incuranti della loro calda casetta, posta all’interno del pollaio (nemmeno la pioggia battente le fa cambiare idea!).

Vivere secondo natura

L’unica cosa di cui ora mi dispiaccio, quando penso alla loro infanzia, è che avrei voluto vederle nascere da un uovo, come vuole natura.
Avrei voluto assistere al mistero dell’uovo che racchiude la vita e la perfezione che si compie in un giorno.
Avrei voluto che non le si fosse tagliata la punta del becco (gli allevatori lo fanno ai pulcini perché da adulti non si feriscano tra di loro).
Le mie galline per fortuna si sono sempre accettate, stabilendo una gerarchia di ruoli, fatta di diritti e doveri ben precisi.
Con me loro vivono secondo natura, seguendo le stagioni che si susseguono, poi raspano nell’erba e rincorrono insetti.

Accorgimenti invernali per un pollaio all’aperto

Nelle gelate invernali notturne spalmo loro la cresta con la vaselina, perché non si ghiacci.
Al mattino invece rompo il ghiaccio che si crea nel loro recipiente che usano per bere.
Loro, in cambio, gonfiano le piume, come se indossassero un Moncler, per prepararsi a trascorrere la notte all’aperto e salutare l’alba di un nuovo giorno.
 

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