Il Bergamotto, l’essenza di un Principe e Bergamask

Il bergamotto, innamorarsi di un frutto

Quel giorno riflettei molto sul significato dell’amore e chiesi consiglio alla Natura, mia amica affinché Lei, nuovamente, mi facesse vedere con i suoi occhi quello che sentivo nel cuore.
Le chiesi una manifestazione tangibile che mi regalasse emozioni interiori tali da interessare tutto il mio essere.
Le chiesi di condividere quello stato inspiegabile ed irrazionale che ti pervade completamente, su tutti i livelli, coinvolgendo il cuore in battiti verdi profumati di sole, di terra e di mare.
Così quella mattina, prima di intraprendere il viaggio, mi profumai con il mio profumo del cuore (Bergamask di Orto Parisi, Naso Matto) ed indossai il vestito  verde con fiori.
Non sapevo chi avrei incontrato, non sapevo che avrei camminato in un agrumeto incantato nella costa reggina.
Non immaginavo che avrei risentito la stessa essenza portata dal vento che avevo sul corpo.
E fu lui, il Principe: il Bergamotto che da subito mi fece battere il cuore.

alberi di bergamotto

Innamorarsi di un frutto

Così in quell’agrumeto mi resi conto che stavo vivendo un amore principesco.
Un amore unico dai colori del giallo e del verde, un amore di frutto e di foglie, un amore speciale, olfattivo, sensoriale. Un amore che scoprii accarezzando la mano di un Principe, sentendo le sue foglie, come dita profumate di un’essenza pregiata che solo si addice a questo albero.
Un dono regale, prodotto da una terra che ho scoperto di amare.
Ed io sono certa che oggi i calabresi proteggano questo dono, consapevoli  di possedere un tesoro di grande valore, riconoscenti alla loro  terra generosa, baciata dal caldo sole e da un microclima favorevole.

COME OLIO PROFUMATO SU TELA

Il bergamotto un dono della natura alla costa jonica calabrese

Il loro tesoro appunto è racchiuso in un frutto, che sprigiona un’essenza pregiata, che solo quella particolare terra scura, sabbiosa, friabile ed clima favorevole riesce a far crescere spontaneamente.
Il tesoro reggino lo produce il Principe ossia l’albero del Bergamotto, un dono che madre Natura ha riservato alla costa Jonica calabrese.
Per questo dico che in Calabria ho conosciuto un Principe di nome Bergamotto.

Il bergamotto un albero delicato ed esigente come un Principe

Un nobile albero delicato ed esigente che predilige un’esposizione a sud, ed un sole che splenda per almeno trecento giorni all’anno.
Un Principe delicato che non ama gli sbalzi termici, il forte vento e le nebbie primaverili . Un Principe che  ama crescere coccolato scegliendo terreni argillosi, calcarei, alluvionali come lungo le fiumare.
Il principe  Bergamotto ama i luoghi protetti dalle colline che affievoliscono l’intensità dei venti,  infatti per proteggere le piante è utile costruire barriere frangivento usando per esempio alberi di eucaliptus.

Descrizione del bergamotto ed origine del suo nome

Il bergamotto o “Citrus Bergamia” è un innesto casuale, spontaneo, favorito dal terreno e dal microclima. Un innesto avvenuto per mano di madre Natura tra le distese di limoni, cedri, aranci amari, limetta e mandarini della costa jonica calabrese.
A tutt’oggi questo frutto questo risulta ancora un grande mistero. Misteriosa è anche l’origine del suo nome: “bergamotto” che pare derivare dal turco:”bey armudu” ossia “pero del principe”. Questo per la somiglianza del frutto con la forma della pera bergamotta, succosa, acidula e profumata.

Il bergamotto appartiene alla famiglia delle rutacee ed è un albero alto tra i tre ed i quattro metri.
Le piante di bergamotto sono produttive già dal terzo anno di vita, ma possono essere attive fino a venticinque anni anche se l’apice di produzione avviene nell’ottavo anno.
Il bergamotto ha foglie ovali arrotondate,  sempreverdi, lisce, lucide e carnose, come le mani di un Principe.
Le sue foglie verdi scure difficilmente cadono.
La fioritura dei suoi profumati fiori bianchi chiamati anche zagare (in arabo la parola “zahra” significa fiore) avviene a fine marzo lungo le coste marine per proseguire per tutto aprile nelle zone  interne.

Il frutto del bergamotto

Il frutto del bergamotto quando è maturo si coglie da novembre a marzo e si presenta come un frutto un po’ più piccolo di un’arancia, con una buccia gialla e con polpa dal colore e dal gusto simile ad un limone anche se il gusto non è di limone.

Oggi, le piante coltivate si ricavano per innesto di tre rami di bergamotto su un porta innesto di arancio amaro di un anno. Poi la pianta rimane in vaso per un anno per essere interrata dopo due anni. Gli innesti ed i trapianti avvengono solitamente nei mesi di febbraio e settembre.

Le componeneti chimiche del bergamotto

Pare che le componenti chimiche accertate del frutto del bergamotto siano trecentocinquanta. Questo a testimoniare le doti eccezionali del bergamotto che racchiude in se qualità eccezionali che derivano anche da tutti gli altri agrumi di cui ha preso le caratteristiche.
Il frutto del bergamotto non marcisce mai infatti con il tempo si può solo rinsecchire diventando marrone scuro, per conservarsi più a lungo.

La storia del bergamotto partendo dalla provenienza

Anche la provenienza del bergamotto è un mistero e pare che la versione più accreditata è quella di  frutto autoctono della ristretta fascia costiera reggina.
Una delle voci più strampalate della sua provenienza porta a dire che derivi dalla città di Bergamo (forse perchè il medico reggino Ferdinando Bergamo ne aveva parlato nell’ottocento),ma considerando il clima della città è facile smentirla.
Un’altra voce invece porta a dire che il bergamotto fosse stato scoperto nei viaggi di Colombo e poi piantato nella città spagnola di Berga, vicino a Barcellona, anche questa teoria facilmente insostenibile.
C’è da dire che molti viaggiatori e scopritori delle terre calabresi provarono a farlo fruttificare in altre parti del mondo senza mai avere gli stessi risultati che si hanno solo in Calabria, infatti in altri luoghi del mondo  il bergamotto perde in componenti chimiche e caratteristiche d’eccellenza del frutto.

Il bergamotto nella storia, le prime bottiglie di profumi

Il principe bergamotto fu talmente importante nella storia che perfino il Re Sole ne venne a conoscenza attraverso  Procopio Francesco de’Coltelli. Il siciliano, nei suoi viaggi, aveva scoperto il frutto sulle coste reggine ed aveva capito che proprio da quel frutto era possibile ricavare una profumata acqua al bergamotto. Così l’aveva trasportato alla corte del Re Sole in fusti di rame.
Fu proprio il profumo del bergamotto che fece la sia la fortuna del frutto e sia quella di Procopio. L’acqua di colonia al bergamotto  sostituì l’acqua deliziando i nobili francesi che iniziarono ad usarla. Ma Procopio fu doppiamente fortunato perchè seppe sfruttare anche la collaborazione con Caterina de Medici (grande appassionata di balsami ed acque profumate)  per far conoscere ai francesi una nuova ricetta del gelato o meglio delle acque gelate al bergamotto (le attuali granite). Così il profumato e goloso Re Sole appoggiò Procopio affinchè potesse francesizzarsi con l’apertura a Parigi dell’attuale Cafè Procope. La richiesta di bergamotto in profumi e dolciumi aumentò ed in Francia nacquero ufficialmente le prime botteghe di profumi.
La prima piantagione intensiva di alberi di bergamotto avvenne in terra calabra proprio nel 1750 per mano del borghese Nicola Parisi, proprietario di terra lungo la costa reggina nell’area dove oggi pare ci sia il lido comunale di Zerbi, questo  per soddisfare la crescente domanda europea di essenza di bergamotto.
Nell’800 il bergamotto era diventato così importante per Reggio e la sua provincia che le piantagioni si diffusero in una lunga via del profumo che si estendeva nella fascia a nord fino a Favazzina, nella fascia a sud est fino a Melito Porto Salvo e poi fino a Palizzi e Brancaleone.

Il bergamotto passa alla storia e gira il mondo (l’essenza miracolosa…)

Anche il medico reggino Calabrò permise questo sviluppo del frutto grazie ai suoi scritti medici sulle virtù dell’essenza di bergamotto nella cura delle ferite.
Così il bergamotto venne usato in campo profumiero e poi medico e poi culinario. Il Principe dei frutti andò in Inghiltera e la Twiningnel 1830 lo lanciò sul mercato con il suo famoso Earl Grey Tea al bergamotto.
La Twining però, per motivi commerciali, mentì sulla provenienza del bergamotto, a cui vennero date origini cinesi.
Nella storia del bergamotto c’è da dire che i reggini capirono più avanti le doti culinarie e mediche del bergamotto. Così continuarono per anni a privilegiare il frutto per via dell’essenza che all’epoca portava maggiori guadagni. L’essenza di bergamotto è base per la produzione di profumi pregiati ed ha la particolarità di armonizzare e fissare tutte le altre essenze.

Ancora sull’essenza di bergamotto e sugli spiritari

Nell’antichità l’estrazione dell’essenza si effettuava attraverso la pressione manuale sulla buccia, mediante  sfumatura delle scorze su spugne naturali che assorbivano l’essenza e venivano strizzate in catini.
Per questo nacquero i famosi “spiritari”, custodi di un mestiere che è rimasto in vigore in Calabria per più di tre secoli. Un lavoro fatto di attrezzi semplici: le spugne, un cucchiaio-coltello in ferro a forma uncinata infilato in un manico di legno e la cunculina ossia il catino in cui si raccoglieva l’essenza.
Gli “spiritari” mi portano a pensare ai maghi ed alle pozioni magiche ed il fascino del mio Principe aumenta… la sua essenza mi inebria.
Con l’aumento della richiesta di essenza ai fini di aumentarne la produzione nacque la famosa Macchina di Barilla’. Pare che per ottenere un chilo di essenza siano necessari duecento chili di frutti. Questa macchina tolse fascino agli “spiritari” e produsse quantitativi maggiori di prodotto, sempre con alti standard qualitativi. Certamente non al livello di quello che veniva prodotto a mano artigianalmente.
I frutti verdi immaturi utilizzati per estrarre l’olio essenziale nella profumeria si raccolgono tra novembre e dicembre.

La lavorazione della buccia del bergamotto e le tabacchiere da fiuto

Nella provincia di Reggio Calabria esiste un’antica tradizione calabrese che si occupa della lavorazione della buccia riversa del frutto del  bergamotto.
Il laboratorio BergArte di Varapodio lavora i frutti, preferibilmente all’aperto ed a contatto con il sole per favorirne l’essicazione. La lavorazione del frutto avviene mediante svuotamento dalla polpa  e poi la buccia viene riversata, di modo che l’interno diventi esterno, per essere riempita di segatura, per ottenere la classica forma a boccettina stretta sul collo.
Questa idea pare che fosse venuta al parroco dell’omonima cittadina. Egli aveva ideato le cosiddette “tabacchiere da fiuto”, con l’intento di creare occupazione per i giovani.
La lavorazione della buccia del bergamotto è una tradizione calabrese che risale già dal 1700 nella provincia di Reggio Calabria sempre per rendere aromatico  il tabacco, mediante l’inserimento dello stesso in queste ampolline contenitrici con chiusura con  tappo di legno.

Il bergamotto nella Calabria jonica

Nella Calabria jonica, negli ultimi anni, è aumentata sensibilmente la coltivazione del bergamotto. Questo per le qualità uniche del frutto, per i preziosi oli essenziali usati in campo profumiero. Poi per le sue doti culinarie, per i suoi usi farmaceutici, medici, erboristici.
Forse è per questo che la produzione di bergamotto nella provincia di Reggio Calabria ha raggiunto una percentuale molto elevata in rapporto alla produzione mondiale.
In Calabria scoprii che il Bergamotto fu un Principe paziente e tenace. Fu un albero che seppe aspettare di ritornare per insediarsi nuovamente nelle sue terre native.
Fu un albero che seppe ricompensare la sua popolazione  che dovette impegnarsi nella ricostruzione di un territorio devastato dal terremoto di Reggio e Messina che nel 1808  mise in ginocchio i reggini per due decenni.
Il Bergamotto fu un principe tenace che lottò molto per mantenere il suo titolo nobiliare, per conquistarsi il nome che gli spetta di diritto, ossia il nome di: bergamotto di Reggio Calabria’.

I principi contenuti nell’olio essenziale di bergamotto

Il bergamotto, fu ed è un Principe apprezzato per quanto vale per le sue doti dalle mille applicazioni.
Contiene principi attivi presenti nell’olio essenziale che sono: acetato di linalolo, limonene, dipentene, bergaptene, cumarine, geraniolo, nerolo, limettina e tanti altri.
Esso è un frutto veramente prezioso perchè si usa tutto.

COME OLIO PROFUMATO SU TELA

L’essenza di bergamotto, tutte le proprietà

Nella medicina famigliare, l’essenza di bergamotto viene usata come calmante, aggiungendo poche gocce nel miele e come disinfettante e cicatrizzante in caso di ferite.
Poche gocce di essenza diluite in acqua sono utili per preparare lavande contro le infiammazioni vaginali.

L’essenza di bergamotto  modula il rilascio naturale della melatonina per cui risulta un ottimo antidepressivo, inoltre associato ad altre piante come il tanacetum annum, il piper nigrum, la canaga odorata, diventa un blando stimolante onirogeno.

giovani alberi di bergamotto

Le proprietà del succo di bergamotto

Secondo alcune ricerche, condotte dall’università di Messina, il succo di bergamotto ha proprietà antitumorali, grazie al contenuto di flavonoidi che riducono lo sviluppo delle cellule tumorali.
Il succo del bergamotto è amaro perchè contiene la naringina ,ma contiene un’elevata presenza di acido citrico per cui è pura e naturale fonte di  vitamina C.

Il bergamotto amico del colesterolo buono e non solo

Il bergamotto è anche un eccellente amico del colesterolo buono grazie alla presenza due benefici flavonoidi e pare che ci siano anche positivi effetti nella cura del diabete.

frutti principeschi…i bergamotti

Il mio profumo al bergamotto è Bergamask di Orto Parisi, Naso Matto

Prima di conoscere il mio Principe reggino scoprii l’attuale profumo che uso.
Questa essenza si chiama Bergamask ed è stato creato da Orto Parisi, Naso Matto.
Bergamask è una fragranza agrumata aromatica che può essere da donna o da uomo  e che contiene note di bergamotto calabrese e ferormoni animali (immagino cervi ed altri animali), raccolti dalla vegetazione.
Bergamask è un profumo che esalta una sensualità primitiva, irrazionale, non addomesticata. Una fragranza dal coraggio sfrontato che lega sensualità terrena, materiale, animale ai candidi fiori del Bergamotto. Una fragranza dai forti odori animali mischiati a bianchi e freschi fiori di bargamotto, tra sole, vento e terra bruciata. Per cui vita allo stato puro, niente regole, emozioni e coraggio sfrontato.

fiori di bergamotto

L’ideatore della fragranza Bergamask si chiama Naso Matto

Il Naso Matto, che ha ideato questa fragranza, si chiama Alessandro Gualtieri. Ho letto molte cose su di lui e sul suo estro creativo. La cosa che mi ha colpita di più è stato leggere del nonno: Vincenzo Parisi, un agricoltore, che immagino stesse a diretto contatto con la terra, osservando i cicli della natura a cui si ricollegano, in parte, i prufumi di Naso matto. Da li immagino provengano le note fiorite, pungenti, animalesche, ancestrali, vitali e vive dei suoi profumi. Tutti siamo Natura, tutti abbiamo la nostra Natura, non dobbiamo dimenticarcene.
Così penso che sia nato Bergamask di Orto Parisi, il profumo che oggi rivela, caratterizza e profuma la mia anima, rispecchiando appieno la mia personalità, la mia Natura.
Questo profumo dice che le parti del corpo che portano più odore sono quelle nelle quali si raccoglie più anima ed i  profumi diventano espressione creativa e specchio della nostra anima, per questo l’ho scelto.

Ringraziamenti

Ringrazio Naso Matto perchè finora nessuno aveva ancora ideato il mio profumo che ho ritrovato anche in un albero, il Bergamotto, Principe degli agrumi di Calabria.

Bergamotti di Reggio Calabria

Ringrazio Il Prof. Amato scrittore del libro Storia del Bergamotto di Reggio Calabria che ho avuto il piacere di conoscere.
Ringrazio tutti gli amici calabresi che mi hanno raccoltato di questa pianta, felice di aver visto i loro agrumeti.

Bibliografia:

  • Le erbe medicinali, Tina Cecchini, edizioni De Vecchi, 2008
  • Storia del Bergamotto di Reggio Calabria, Pasquale Amato, Città del Sole edizioni, 2012
  • Nuovo erbario figurato, G. Negri, Hoepli edizioni, 2014

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